Political alignment, centralisation, and the sense of government unpreparedness during the COVID-19 pandemic
Ferraresi M., Gucciardi G., 2021 – European Journal of Political Economy
I Comuni sono al centro del sistema italiano di governo decentrato. Come nella maggior parte degli altri paesi, infatti, i Comuni sono responsabili di programmi pubblici fondamentali nei settori dei servizi connessi al welfare, dello sviluppo territoriale, dei trasporti locali, delle scuole dell’infanzia, delle strutture sportive e culturali, dei servizi di polizia locale, nonché della spesa per le infrastrutture locali. I cittadini italiani, che dal 1993 hanno la possibilità di votare direttamente il sindaco e i consiglieri comunali, riconoscono con una certa immediatezza questo genere di attività svolte proprio dai Comuni. Ne consegue che essi assegnino spesso un ruolo politico fondamentale al sindaco quale primo punto di riferimento per risolvere problematiche o ottenere benefici a livello locale. In quest’ottica, i cittadini dovrebbero essere in grado di associare le attività precipue del Comune alle responsabilità politiche del sindaco e dei consiglieri comunali che lo amministrano.
Il 31 gennaio 2020 il governo italiano ha proclamato lo Stato di Emergenza Nazionale, richiamando a sé l’autorità di adottare ogni misura utile per risolvere, o perlomeno limitare, la crisi provocata dalla pandemia da COVID-19. Da allora, al fine di controllare la diffusione del nuovo coronavirus, il governo ha progressivamente annunciato diverse misure che hanno avuto impatto su numerose attività locali, quali ad esempio la chiusura di scuole, università, spazi pubblici, attività economiche non essenziali, oltre che sulla libertà di movimento dei cittadini (il cosiddetto “lockdown”). Tutte queste misure sono entrate in vigore in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale.
In un recente articolo, Political alignment, centralisation, and the sense of government unpreparedness during the COVID-19 pandemic, pubblicato sul European Journal of Political Economy, MassimilianoFerraresi e GianlucaGucciardi analizzano come gli elettori valutano i politici locali in risposta a un cambiamento repentino nel sistema decisionale politico che promuove una risposta del governo su scala nazionale. Per fornire una risposta attendibile sul piano empirico essi sfruttano l’accentramento del sistema decisionale indotto dalla pandemia per studiare come gli elettori attribuiscano l’influenza politica alle diverse autorità di governo, locali e nazionali. Più in particolare, gli autori compilano un database composto dalle 103 grandi città italiane (i capoluoghi di provincia) osservate in tre anni (2015, 2017 e 2020) per verificare se e in quale misura lo shock esogeno dell’accentramento decisionale abbia influenzato le percezioni dei cittadini sui politici locali. Per identificare correttamente questo effetto, gli autori si basano sull’allineamento politico del consiglio comunale rispetto a quello del governo nazionale e adottano un disegno di ricerca basato sulla tecnica Difference-in-Differences.
L’ipotesi di partenza è che città politicamente allineate al governo centrale siano maggiormente influenzate dal cambiamento nel processo decisionale, per due possibili ragioni alternative. Da un lato, gli elettori di queste città potrebbero avere più difficoltà a separare e identificare chiaramente l’attribuzione di attività e responsabilità tra il governo nazionale e quello locale, visto che gli esponenti locali fanno riferimento allo stesso partito di governo, mentre per gli elettori di città non allineate tali responsabilità potrebbero essere più semplici da distinguere (in letteratura, si parla di ipotesi del “punto cieco”). Dall’altro, i cittadini potrebbero invece identificare correttamente le responsabilità politiche tra i diversi livelli di governo e, quindi, qualsiasi effetto rilevato a livello locale rifletterebbe semplicemente una percezione positiva o negativa delle politiche adottate dal governo nazionale durante la pandemia (in letteratura, si parla di ipotesi della “punizione o ricompensa”).
Per stimare l’influenza politica che ogni elettore si aspetta che ogni sindaco o consiglio comunale eserciti, lo studio adotta l’indicatore “Governance Poll” derivato da un sondaggio periodico dell’opinione pubblica sui gradi di approvazione dei sindaci (e dei consigli comunali). Questo indicatore rappresenta una misura locale della performance politica, dal momento che i cittadini valutano i sindaci e i consigli non in base alla loro percezione sulle condizioni della propria città, ma in base a specifici indicatori di performance a livello locale. Dunque, confrontando la differenza nel punteggio di questo sondaggio tra città allineate e non allineate rispetto al colore politico del governo nazionale prima della pandemia, quando i risultati delle politiche pubbliche erano attribuiti inequivocabilmente al decisore locale, con la stessa differenza calcolata durante l’epidemia da COVID-19, quando invece le decisioni erano state completamente centralizzate sul governo nazionale, si possono dedurre alcune considerazioni interessanti.
In primo luogo, quando le decisioni sono nelle mani dei governi locali, l’attribuzione di responsabilità non è influenzata dall’allineamento politico con il governo nazionale, rivelando così che i cittadini sono perfettamente in grado di “punire” o “premiare” i politici ai diversi livelli di governo per il loro operato. Al contrario, il punteggio medio raggiunto nel sondaggio da una città allineata durante il lockdown, quando le decisioni erano completamente centralizzate, è inferiore del 7% rispetto a quello che sarebbe stato in assenza del lockdown, ovvero quando le decisioni politiche erano nelle mani del governo locale. La Figura 1 mostra questo risultato graficamente.
Figura 1: stime Difference-in-Differences dell’effetto del lockdown sull’indicatore “Governance Poll”
Ulteriori analisi suggeriscono che i risultati ottenuti sono più marcati (i) durante gli anni immediatamente precedenti alle elezioni rispetto agli altri anni del mandato e (ii) nelle città con un livello di capitale sociale più basso. Non si riscontra, invece, un effetto più pronunciato nelle città guidate da sindaci sostenuti da ampie maggioranze. Inoltre, la contrazione dell’indicatore “Governance Poll” sembra essere associata solo alle città politicamente allineate con il governo nazionale e non anche a quelle allineate con il governo regionale.
Infine, il calo dell’indicatore “Governance Poll” è interamente guidato dalle città situate in aree meno colpite dalla pandemia. Questo risultato supporta l’ipotesi che la percezione degli elettori riguardo alla performance del governo locale nei comuni allineati con il governo nazionale non sia peggiore perché i cittadini soffrono di “punti ciechi” che li portano ad attribuire erroneamente la responsabilità politica. Tale peggioramento sembra piuttosto essere guidato da una sorta di “punizione” inflitta al governo nazionale. Quest’ultimo risultato potrebbe essere interpretato come la percezione di una mancanza di preparazione del governo nella lotta alla pandemia, da parte di quei cittadini che vivono nelle aree meno colpite dal virus. È molto probabile, infatti, che i cittadini abbiano avuto aspettative diverse riguardo alle risposte politiche intraprese dal governo per far fronte alla pandemia; il calo dell’indicatore “Governance Poll” nelle città politicamente allineate al governo nazionale rivela che tali aspettative, almeno per una parte degli elettori, non sono state confermate. In altri termini, se le politiche adottate dal governo nazionale sono percepite come impopolari – come è avvenuto nelle aree meno colpite dalla diffusione del virus – o se si ha l’impressione di una mancanza di preparazione del governo di fronte alla pandemia, tale percezione (negativa) risulta più pronunciata nelle città il cui sindaco ha la stessa affiliazione politica del governo centrale.