Elections and the COVID-19 pandemic: to vote or to postpone?
The COVID-19 Pandemic’s Effects on Voter Turnout – Picchio M., Santolini R., 2022 – European Journal of Political Economy
To vote, or not to vote? Electoral campaigns and the spread of COVID-19 – Cipullo D., Le Moglie M., 2022 – European Journal of Political Economy
La pandemia da COVID-19 ha cambiato radicalmente lo stile di vita delle persone, che sono state costrette a rimanere a casa, indossare mascherine e mantenere il distanziamento sociale. La pandemia ha altresì messo a dura prova la possibilità di garantire lo svolgimento di attività essenziali per il corretto funzionamento delle nostre società. Scuole di ogni ordine e grado e molteplici attività economiche sono state a lungo chiuse, così come attività ricreative e culturali, sportive, associative e religiose hanno subito restrizioni che solo da pochi mesi sono state allentate. Tutto questo con un unico obiettivo: frenare la diffusione del virus.
Le politiche restrittive adottate hanno suscitato riflessioni sulle tempistiche e modalità dell’agenda politica e sul processo elettorale stesso. Dall’inizio della pandemia, è emersa la necessità di un compromesso tra il bisogno di rinnovare la legittimazione delle istituzioni politiche e la limitazione del contagio da COVID-19.
Il nesso tra elezioni e diffusione della pandemia rappresenta, infatti, uno dei casi più delicati da valutare ed è a doppio senso. Da un lato, le elezioni forniscono la legittimazione popolare su cui si basano i sistemi democratici – specialmente quando Governo e Parlamento sono chiamati a prendere decisioni restrittive che richiedono una verifica del consenso popolare – la quale non può prescindere dal regolare e imparziale svolgimento sia del voto sia di tutte le fasi di campagna elettorale che lo precedono. D’altro canto, il rischio epidemiologico connesso al regolare svolgimento del processo elettorale può rivelarsi sostanziale, specialmente durante la campagna elettorale in cui la possibilità che si verifichino assembramenti è più alta, e l’effettiva capacità di far rispettare il giusto distanziamento tra gli individui è più limitata.
Dato l’accresciuto rischio epidemiologico connesso allo svolgimento delle operazioni di voto, le persone potrebbero temere di essere contagiate proprio al seggio elettorale. Questo inciderebbe sulla partecipazione elettorale, con conseguente riduzione dell’affluenza alle urne e indebolimento del processo democratico.
Si pongono due domande fondamentali. Le campagne elettorali e il processo di voto contribuiscono effettivamente alla diffusione del virus? E per contro, la diffusione del virus ha realmente ridotto l’affluenza alle urne?
Due studi ci aiutano a rispondere a questi quesiti, pubblicati entrambi recentemente sullo European Journal of Political Economy e basati su dati italiani.
Davide Cipullo e Marco Le Moglie si concentrano sulla prima domanda e nell’articolo To vote, or not to vote? Electoral campaigns and the spread of COVID-19, analizzano l’impatto del turno elettorale del 20 e 21 settembre 2020 sulla diffusione del contagio da COVID-19. In tale occasione, si è votato per un referendum costituzionale, a livello nazionale, e per il rinnovo delle amministrazioni locali (regionali e comunali) in sette regioni e un migliaio di comuni. Sfruttando la configurazione differenziata del voto a livello territoriale, gli autori comparano, prima e dopo l’inizio ufficiale della campagna per le elezioni regionali, le regioni che hanno votato sia per il referendum costituzionale sia per il rinnovo del governo regionale, dove la campagna elettorale è stata molto intensa, con le regioni che hanno votato solo per il referendum, dove invece la campagna elettorale non ha avuto la stessa intensità.
I risultati principali dell’analisi sono rappresentati graficamente nella Figura 1: la campagna elettorale, laddove è stata più intensa, ha contribuito al peggioramento della situazione epidemiologica.
Mentre nessuna differenza significativa è osservabile tra gli indicatori dei due gruppi di regioni prima dell’inizio ufficiale della campagna (22 agosto), la situazione cambia rapidamente una volta che questa prende piede. Le regioni dove la campagna è stata più intensa hanno visto aumentare, in termini relativi, il numero di nuovi casi di COVID-19 (7%), la percentuale di individui testati positivi al virus (15%), il numero di ricoveri ordinari e in terapia intensiva dovuti alla malattia provocata dal virus (24% e 5%, rispettivamente), così come il numero di decessi connessi alla stessa (1%). Inoltre, è interessante notare come la campagna elettorale abbia avuto invece un generale effetto negativo sul numero di tamponi effettuati (8%), suggerendo un ulteriore canale tramite il quale le elezioni possono aumentare il rischio di contagio del virus.
Dal canto loro, Matteo Picchio e Raffaella Santolini hanno analizzato la relazione inversa, ossia quella tra la diffusione del contagio e l’affluenza alle urne. Nell’articolo The COVID-19 Pandemic’s Effects on Voter Turnout, gli autori si chiedono se l’intensità della diffusione del virus, misurata dal tasso di mortalità degli anziani, abbia influenzato l’affluenza alle urne in occasione delle elezioni comunali del 2020. L’ipotesi testata empiricamente è se la pandemia abbia scoraggiato gli elettori a recarsi alle urne a causa dei maggiori rischi per la loro salute. L’astensione al voto potrebbe essere più pronunciata nelle aree in cui l’epidemia di COVID-19 ha avuto un impatto più grave in termini di mortalità perché le persone hanno percepito un rischio maggiore per la propria salute. Gli autori si sono anche chiesti se l’effetto possa essere diverso tra uomini e donne e se la pandemia abbia colpito maggiormente l’affluenza alle urne nelle aree densamente popolate, dove le persone sono più esposte ai contatti sociali.
L’analisi si basa su dati a livello comunale di un campione di 702 comuni italiani. La Figura 2 ne mostra la localizzazione geografica.
Secondo lo studio,un aumento di 1 punto percentuale del tasso di mortalità degli anziani ha ridotto significativamente l’affluenza alle urne di 0,5 punti percentuali, senza differenze di genere. L’effetto è stato particolarmente forte nei comuni densamente popolati. Questi risultati suggeriscono che lo svolgimento delle elezioni durante una pandemia possa scoraggiare le persone a votare, indebolendo, quindi, il processo democratico.
I due studi offrono considerazioni complementari. In primis, un forte aumento del numero di casi positivi associato a un limitato aumento nel numero di decessi suggerisce che gli individui a maggior rischio di sviluppare gravi forme di COVID-19 abbiano partecipato in forma minore alle operazioni elettorali del 2020.
In termini di politiche d’intervento, forme di voto postale e/o elettronico possono rappresentare mezzi per limitare l’interruzione del processo democratico. Consentendo alle persone di votare in sicurezza, possono frenare il calo dell’affluenza alle urne durante la pandemia. Ne è un esempio il rafforzamento del voto postale negli Stati Uniti per le Elezioni Presidenziali 2020. Tuttavia, questi sistemi di voto possono generare altri problemi, come frodi elettorali e scarsa affidabilità e trasparenza. Altri Paesi, Italia inclusa, hanno deciso di tenere le elezioni nei mesi estivi per limitare il rischio di contagio. Il compromesso tra affidabilità del voto e rappresentanza democratica dovrebbe quindi essere considerato attentamente quando si indicano elezioni durante una pandemia.