Evaluating the Impact of Energy Poverty in a Multidimensional Setting
Delugas E., Brau R., 2021 – The Energy Journal
Nei paesi dell’Unione Europea un numero significativo di persone si trova nell’incapacità di acquistare beni e servizi essenziali, specialmente quelli riguardanti l’utilizzo dell’energia. Secondo gli ultimi dati pubblicati da EPAH, l’Osservatorio Europeo sulla Povertà Energetica, nel 2021 sono stati 34 milioni i cittadini che non sono stati in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione o vivevano in condizione di povertà energetica. Vivere in povertà energetica implica, infatti, destinare una considerevole parte del proprio reddito per coprire le spese di riscaldamento, ma, allo stesso tempo, vivere anche in case inefficienti e poco salubri. Questa situazione può comportare gravi conseguenze per la salute, l’inclusione sociale e il benessere complessivo della famiglia.
In passato, si riteneva che la povertà energetica fosse semplicemente un aspetto della povertà associata al reddito. Tuttavia, nel corso degli anni si è raggiunto un consenso sull’importanza di considerare questa categoria di privazioni come una questione separata, meritevole di un’analisi indipendente. Gli ultimi progressi nell’ambito dell’analisi economica hanno introdotto l’utilizzo di indicatori multidimensionali per valutare la povertà energetica, insieme alla considerazione di misure soggettive del benessere. Parallelamente, si è anche iniziato a utilizzare misure sia “oggettive” sia “soggettive” per valutare il grado di privazione energetica.
In un recente studio intitolato “Evaluating the Impact of Energy Poverty in a Multidimensional Setting”, pubblicato su The Energy Journal, Erica Delugas e Rinaldo Brau si sono posti l’obiettivo di fornire una visione più completa e dettagliata delle sfide legate all’identificazione della povertà energetica e delle sue conseguenze sulle persone coinvolte.
Gli autori hanno costruito un indice chiamato “MEPI” (Indice di Povertà Energetica Multidimensionale) per esaminare la povertà energetica in Italia e valutarne l’impatto sul benessere individuale. Per creare questo indice, hanno adattato la metodologia utilizzata per costruire l’indice di povertà multidimensionale dell’UNDP di Alkire e Foster (2011), considerando un insieme di indicatori oggettivi e soggettivi disponibili nell’indagine europea sulle condizioni economiche e di vita delle famiglie (ITSILC) in Italia. Il MEPI fornisce informazioni a livello individuale o familiare e tiene conto di vari aspetti della povertà energetica, offrendo una visione più completa dell’esperienza di privazione energetica delle persone. La metodologia utilizzata permette di analizzare sia la frequenza sia l’intensità della povertà energetica nelle famiglie ed è particolarmente adatta per analizzare situazioni in cui le privazioni energetiche sono rappresentate come variabili categoriche o ordinali.
Il MEPI è stato costruito considerando le seguenti domande o voci dell’Indagine:
- “Negli ultimi 12 mesi, ci sono stati momenti o periodi in cui lei è stato/a in arretrato con il pagamento delle bollette, ad esempio, quelle per il gas o la luce? Quante volte per mancanza di soldi, negli ultimi 12 mesi?”
- “L’abitazione ha problemi di tetti, soffitti, porte, finestre o pavimenti danneggiati? Ha problemi di umidità nei muri, nei pavimenti, nei soffitti, nelle fondamenta?”
- “L’abitazione ha problemi di tetti, soffitti, porte, finestre o pavimenti danneggiati?”
- Assenza totale di spese per bollette di luce e gas
- “Lei, se volesse, potrebbe permettersi di riscaldare adeguatamente l’abitazione in cui vive?”
In primo luogo, il MEPI viene calcolato per diverse combinazioni e soglie e, mediante la comparazione di alcune statistiche in termini di incidenza e di intensità, viene testata la sensitività dell’indice multidimensionale (“sensitivity analysis”) alle singole componenti utilizzate per la sua costruzione e a diverse soglie di povertà energetica.
In secondo luogo, gli autori svolgono un ulteriore esercizio di comparazione tra l’incidenza della povertà energetica calcolata con il MEPI e quella degli indicatori di “affordability”, che misurano la capacità di una persona di pagare le spese energetiche in rapporto al proprio reddito disponibile. I poveri energetici identificati mediante gli indicatori di “affordability” sono, infatti, solo coloro che soffrono di una povertà legata al reddito o di costi energetici elevati. La misura multidimensionale considera, invece, tutti gli individui che vivono in abitazioni inefficienti, inclusi quelli che non possono permettersi nemmeno di raggiungere la soglia minima di spesa energetica, e da ultimo coloro che, al di là di tutto, dichiarano di non potersi permettere di riscaldare in maniera adeguata la propria abitazione. Pertanto, queste persone non possono essere identificate tramite misure di “affordability”.
Infine, lo studio presenta un esercizio econometrico volto a individuare la relazione causale tra povertà energetica e soddisfazione di vita. La considerazione di indicatori soggettivi della povertà energetica rende questo tipo di indice endogeno nella sua relazione con il benessere soggettivo. Per questa ragione, gli autori suggeriscono di stimare la relazione a livello individuale utilizzando un modello probit ordinato bivariato (dato il carattere ordinale del MEPI e della variabile di benessere soggettivo) con utilizzo di variabili strumentali. I risultati dell’analisi non solo confermano le previsioni teoriche, rilevando una significativa relazione negativa tra benessere soggettivo e intensità della povertà energetica, ma evidenziano anche la maggiore capacità degli indicatori multidimensionali di povertà energetica nel prevedere i livelli di benessere soggettivo rispetto alle classiche misure di “affordability”.
Alla luce dell’aumento straordinario dei prezzi dell’energia avvenuto nel 2022 e della proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia, identificare i cittadini che vivono in povertà energetica è diventato fondamentale. La direttiva mirerà a ridurre le emissioni di gas serra e il consumo energetico entro il 2030 (almeno la classe D di prestazione energetica), e a emissioni zero entro il 2050. In questo contesto, è cruciale sviluppare una politica energetica che accompagni i cittadini in questa transizione, e l’individuazione dei poveri energetici diverrà prioritaria in quanto saranno i maggiormente investiti da questo cambiamento strutturale.