Trust and COVID-19 vaccine hesitancy
Carrieri V., Guthmuller S., Wübker A., 2023 – Scientific Reports
La recente esperienza pandemica da COVID-19 ha riportato alla ribalta il tema dell’esitazione vaccinale. In realtà, non si tratta di un tema nuovo. Infatti, in molte nazioni sviluppate, una percentuale significativa di individui si mostra esitante rispetto alla vaccinazione per moltissime malattie scongiurabili grazie ai vaccini, anche e soprattutto in età pediatrica, quali morbillo e rosolia. Le politiche sanitarie, dunque, per essere efficaci devono tenere conto di come la fiducia influisce sulle scelte di prevenzione e intervenire in tal senso.
Nell’articolo “Trust and COVID-19 vaccine hesitancy”, pubblicato su Scientific Reports, Vincenzo Carrieri, Sophie Guthmuller e Ansgar Wübker analizzano il legame tra la fiducia in diverse dimensioni (scienza, istituzioni, media e social media) e l’esitazione vaccinale per il COVID-19, utilizzando dati raccolti su base settimanale nel 2021 in 27 paesi Europei per oltre 35.000 individui.
Lo studio analizza le determinanti dell’esitazione vaccinale focalizzando l’attenzione, in particolare, sulla fiducia nei media, nelle istituzioni e nei social media (oltre che su fattori socioeconomici e demografici). Inoltre, cerca di comprendere i meccanismi di formazione della fiducia nei diversi ambiti. Infine, studia gli effetti della sospensione temporanea del vaccino AstraZeneca a marzo 2021 sia sulla fiducia, sia sulla interazione tra fiducia ed esitazione vaccinale. L’esitazione vaccinale è qui definita come la circostanza per cui un soggetto dichiarava piuttosto improbabile o molto improbabile che si sarebbe vaccinato contro il COVID-19 una volta che il vaccino fosse stato reso disponibile.
La figura 1 mostra come la fiducia nella scienza sia il fattore più negativamente associato all’esitazione vaccinale: un aumento di un punto nella scala della fiducia è associato a una diminuzione dell’esitazione del 3%. Al contrario, un’elevata fiducia nei social media aumenta l’esitazione vaccinale di circa il 2%. Questo effetto è amplificato quando i social media sono utilizzati come principale fonte di informazione, favorendo la diffusione di disinformazione e teorie del complotto.

La Figura 2 riporta, invece, i coefficienti di regressione delle principali determinanti della formazione della fiducia in diverse dimensioni. In primo luogo, emerge che le persone che utilizzano i social media come principale fonte di informazione mostrano una fiducia significativamente inferiore nel sistema sanitario, nell’Unione Europea, nel governo, nelle notizie, nella scienza e nelle aziende farmaceutiche, rispetto agli utenti dei media tradizionali (gruppo di riferimento: utenti TV). Non sorprende, invece, che abbiano una maggiore fiducia nei social media. Inoltre, si riscontra che le persone che vivono in aree rurali, con grandi difficoltà economiche nel far fronte alle spese quotidiane, in condizioni di salute scarse o molto scarse, e meno istruite tendono ad avere una fiducia generalmente più bassa nelle istituzioni pubbliche (scienza, governo, sistema sanitario o UE).

Riguardo l’impatto della sospensione temporanea del vaccino AstraZeneca, lo studio mostra un aumento significativo dell’esitazione vaccinale nella settimana successiva all’evento, con un incremento di 4 punti percentuali. La Figura 3 illustra come questo effetto sia più pronunciato tra coloro con bassa fiducia nella scienza. In particolare, mentre il gruppo con elevata fiducia nella scienza non mostra cambiamenti significativi nell’intenzione di vaccinarsi, il gruppo con bassa fiducia sperimenta un aumento marcato dell’esitazione. Lo studio esplora ulteriormente questo effetto, considerando anche il ruolo delle condizioni socio-economiche individuali, ed evidenzia che le persone con bassa fiducia nella scienza e in difficoltà economiche presentano l’aumento più significativo nell’esitazione vaccinale subito dopo la sospensione di AstraZeneca.

Questo studio evidenzia l’importanza della fiducia come determinante chiave delle scelte vaccinali. Le politiche pubbliche dovrebbero mirare a rafforzare la fiducia nella scienza e nelle istituzioni, contrastando la disinformazione diffusa sui social media. Inoltre, è fondamentale coinvolgere medici e operatori sanitari come intermediari nella comunicazione e promozione della vaccinazione, in quanto la scelta di vaccinazione non mediata da operatori sanitari rischia di dipendere da canali di informazione non accurati e tendenzialmente anti-vaccinazione.
Più in generale, il dibattito recente sull’esitazione vaccinale evidenzia come la pandemia abbia ampliato le sfide relative alla disinformazione e alla fiducia nelle istituzioni. Gli sviluppi recenti, come le discussioni sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel monitoraggio della disinformazione e le iniziative volte a migliorare la trasparenza dei governi, offrono prospettive promettenti per affrontare l’esitazione vaccinale e in generale per promuovere comportamenti pro-sociali degli individui.